L’assegno unico consiste in una somma mensile erogata a famiglie con figli, che siano in possesso di determinati requisiti ed è stato pensato per ottimizzare il regime frammentato di detrazioni e aiuti già diffusi, come la detrazione IRPEF sui figli a carico, gli assegni per i figli minori, il bonus bebè, eccetera.
Per ottenere il reddito bisogna essere lavoratori dipendenti, o autonomi e risiedere in Italia da almeno due anni (sono quindi inclusi anche i cittadini extracomunitari, a patto che siano in possesso di permesso di soggiorno e che paghino le tasse). Lo possono richiedere persone che abbiano figli con un’età che parta dal settimo mese di gravidanza al 21esimo anno d’età. In caso di presenza di figli maggiorenni, questi devono studiare, risultare disoccupati, lavorare o compiere tirocini con redditi minimi, oppure essere impegnati nel servizio civile universale. Non c’è l’obbligo di presentare l’ISEE, ma se non lo si fa si avrà diritto solo alla quota minima. Chi ha un ISEE al di sotto dei 15mila euro riceverà dai 175 euro per un figlio, ai 970 euro per 4 figli, con l’aggiunta di 30 euro a figli se entrambi i genitori lavorano; per chi ha un ISEE al di sopra dei 40mila euro, l’assegno sarà di 50 euro per un figlio, fino a un massimo di 330 euro per 4 figli, con l’aggiunta di 20 euro a figlio se la madre ha meno di 21 anni. Per chi ha figli disabili, il reddito varierà in base al grado di disabilità e non secondo età.
L’assegno unico avrà un fondo dedicato da 15 miliardi di euro nel solo 2022, che salirà progressivamente fino a 19 miliardi nel 2029.
Assegno unico, arriva l’approvazione del Cdm. Previste da marzo le prime erogazioni
Reviewed by Alessandro Nardelli
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novembre 19, 2021
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