C’è la già annunciata intesa di 114 nazioni per fermare la deforestazione, che prevede un fondo pubblico privato di 19 miliardi circa per salvare l’85% delle foreste del pianeta entro la fine del decennio corrente e recuperare quelle danneggiate. È arrivato anche l’accordo, da parte di 105 nazioni, di ridurre del 30% le emissioni di metano entro il 2030, in modo da frenare il suo effetto di gas serra nel riscaldamento globale.
In questo patto mancano però Cina, Russia e India, che figurano tra i primi cinque paesi emettitori. Per Pechino si parla di una data limite del 2060, per l’India il 2070. È quasi superfluo sottolineare come questi Paesi, assieme al Brasile di Bolsonaro, siano per vari motivi sotto l’attenta lente del resto del Mondo; dal loro canto, in quanto potenze in via di sviluppo, essi reclamano il loro diritto di raggiungere una condizione di vita e di socialità allineata ai modelli del mondo occidentale che, sempre a loro dire, ha percorso a suo tempo una via di sviluppo noncurante della sostenibilità e delle istanze ambientali.
Ieri a Glasgow erano presenti anche influenti personalità esterne alla politica che hanno sottoscritto il loro impegno nel perseguire gli obiettivi fissati dalla Cop26, come Bill Gates, che parteciperà assieme all’UE e alla Banca Europea degli Investimenti, a “Eu Catalyst Partnership”, un programma da 1 miliardo di dollari per incoraggiare gli investimenti in tecnologie per il clima, Leonardo Di Caprio, già ambasciatore Onu sui cambiamenti climatici, che sta per lanciare la sua fondazione e Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, che ieri ha annunciato che il suo fondo Bezos Earth Fund impegnerà 2 miliardi di dollari nel recupero dei terreni danneggiati dal clima in Africa. Inoltre parteciperà con delle quote anche al Global Energy Alliance, un fondo con Rockfeller Foundation, Ikea e altre istituzioni fra cui l’Italia.
Cop26, a Glasgow raggiunti importanti accordi
Reviewed by Alessandro Nardelli
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novembre 03, 2021
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