di MARIO TAMBORRINO - Martedì scorso l’Istat ha pubblicato i dati dell’ultima indagine sull’economia. Il quadro generale vede un aumento del 3% dell’inflazione, dovuta a diversi fattori, primo fra tutti l’aumento dei prezzi dell’energia e le frequenti interruzioni di servizi da parte delle catene di forniture, tutte conseguenze più o meno dirette della pandemia, dei vari lockdown e di una carenza generale, registrata in Europa, di materie prime.
Dati alla mano, i prezzi dei beni energetici sono passati dal +20,2% di settembre al +24,9% di ottobre nella sola Italia, con una variazione tendenziale dell’inflazione dell’11,4%;
Francesco Del Pizzo, Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna, azienda tra le principali nella gestione della rete elettrica nazionale, ha parlato in audizione alla Camera di un “raddoppio del costo previsto dell’energia”.
Una parte importante nell’aumento dell’inflazione è ricoperta dal +8,7% di rincaro proveniente dal settore dei trasporti, un’accelerazione che dice l’Istat è dovuta principalmente all’aumento dei prezzi dei biglietti aerei. Non c’è un grande aumento per le spese del settore alimentari, che registrano un +1,1%.
Secondo Confesercenti la ripresa dei consumi sarà più lenta del previsto e bisognerà aspettare il 2023 per un recupero completo dei livelli di consumo, perché con la riduzione del reddito medio pro-capite, che si prevede scenderà al di sotto dei 512 euro entro la fine dell’anno corrente, verranno sottratti 9,5 miliardi di euro ai consumi. Le associazioni si stanno prodigando per chiedere interventi al governo.
Dati alla mano, i prezzi dei beni energetici sono passati dal +20,2% di settembre al +24,9% di ottobre nella sola Italia, con una variazione tendenziale dell’inflazione dell’11,4%;
Francesco Del Pizzo, Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna, azienda tra le principali nella gestione della rete elettrica nazionale, ha parlato in audizione alla Camera di un “raddoppio del costo previsto dell’energia”.
Una parte importante nell’aumento dell’inflazione è ricoperta dal +8,7% di rincaro proveniente dal settore dei trasporti, un’accelerazione che dice l’Istat è dovuta principalmente all’aumento dei prezzi dei biglietti aerei. Non c’è un grande aumento per le spese del settore alimentari, che registrano un +1,1%.
Secondo Confesercenti la ripresa dei consumi sarà più lenta del previsto e bisognerà aspettare il 2023 per un recupero completo dei livelli di consumo, perché con la riduzione del reddito medio pro-capite, che si prevede scenderà al di sotto dei 512 euro entro la fine dell’anno corrente, verranno sottratti 9,5 miliardi di euro ai consumi. Le associazioni si stanno prodigando per chiedere interventi al governo.
L’Istat ha calcolato un rialzo dell’inflazione al 3%
Reviewed by Alessandro Nardelli
on
novembre 18, 2021
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