L'OPINIONE DEL DIRETTORE - Addio a Giampiero Galeazzi, i 500 metri più tristi


di ALESSANDRO NARDELLI - Ci lascia Giampiero Galeazzi e se ne va un uomo di sport, amico delle lunghe domeniche passate nell'attesa dei gol di Serie A, insomma, un pezzo di storia, per chi come me è cresciuto a pane e calcio. Il noto cronista sportivo e già conduttore della Rai è morto a 75 anni, dopo che da molti anni combatteva contro una brutta bestia, quella del diabete, che lo aveva debilitato e reso fragile; lui, un pezzo d'uomo soprannominato amichevolmente "bisteccone" che con il suo vigore nell'esprimersi aveva conquistato intere generazioni di italiani, incollate tutte le domeniche alla stessa ora davanti al teleschermo perchè "C'è 90° minuto, non posso perdermelo".

Anni fa, in un'intervista a Roberto Pelucchi de La Gazzetta dello Sport affermò: “Mi sono reso conto che la gente non mi ha dimenticato. Ho unito due tipologie diverse di pubblico: sono stato Pippo Baudo e Sandro Ciotti messi assieme, una bomba atomica”, ha raccontato ancora a Roberto Pelucchi de La Gazzetta dello Sport.

Grande amico di Mara Venier, nel cui salotto, Galeazzi tornò, tre anni fa, in sedia a rotelle e molto dimagrito. Si vociferava avesse il Parkinson, ma lo stesso conduttore smentì prontamente, spiegando di avere i noti problemi di diabete, che, purtroppo, lo hanno condotto alla morte.

Ma Galeazzi era anche di più, un ex canoista che narrava i racconti degli storici successi raggiunti dai fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale, ma anche quello del K2 di Antonio Rossi e Beniamino Bonomi ai Giochi di Sydney 2000 ''andiamo a vincere'', una telecronaca che rimarrà per sempre nella mente degli sportivi.

Ma ora è il tempo dell'addio caro Giampiero, questi sono stati i 500 metri più tristi.
L'OPINIONE DEL DIRETTORE - Addio a Giampiero Galeazzi, i 500 metri più tristi L'OPINIONE DEL DIRETTORE - Addio a Giampiero Galeazzi, i 500 metri più tristi Reviewed by Alessandro Nardelli on novembre 12, 2021 Rating: 5

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