di MARIO TAMBORRINO - Nella giornata di giovedì, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto al Quirinale in occasione di un incontro dedicato ai 20 anni dalla morte di Giovanni Leone, ex Presidente della Repubblica dal 1971 al 1978.
La vicenda di Leone è stata ritenuta per molto tempo controversa, in quanto lo stesso Capo dello Stato fu coinvolto in un presunto scandalo che riguardava Lockheed Corporation, un’impresa aerospaziale statunitense rea di aver pagato tangenti ad alcuni Stati, tra cui l’Italia e alle rispettive alte cariche per vendere i propri aerei militari. Leone fu così costretto a dimettersi non molto prima della fine del mandato, complice un clima reso più delicato dal rapimento di Aldo Moro e dalla conseguente crisi della DC. Solo dopo molti anni gli fu riconosciuta la piena innocenza, con tanto di scuse da parte di avversari politici e processi per diffamazione verso una stampa ostile.
“La stampa è al servizio della verità ma sappiamo come la verità sia spesso inafferrabile, accontentiamoci che ci sia un riscontro oggettivo, la buona fede”, questa la dichiarazione di Giovanni Leone ripresa da Sergio Mattarella. Un attualizzazione delle parole che è parte della strategia comunicativa del Capo dello Stato, che ha parlato anche delle dimissioni del suo predecessore: “Leone ripropose la sollecitazione, già sottolineata dal presidente Segni, di introdurre la non rieleggibilità del presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco”. In questo intervento si è visto un probabile messaggio inviato alle istanze politiche alla vigilia del voto per la scelta del nuovo inquilino del Quirinale, in cui Mattarella escluderebbe una possibilità di essere rieletto, a differenza di quanto successo nel 2013 con Giorgio Napolitano. Se così fosse si perderebbe quello che da alcuni era considerato un serio candidato alla carica massima dello Stato e, probabilmente, sì renderebbe più difficoltosa la scelta da parte dei partiti.
La permanenza di Mattarella avrebbe sicuramente garantito la continuazione del lavoro di Mario Draghi, anch’egli considerato papabile, ma, che invece, la maggioranza, vorrebbe rimanesse a capo del governo per terminare il lungo lavoro di mediazione e riforme.
La vicenda di Leone è stata ritenuta per molto tempo controversa, in quanto lo stesso Capo dello Stato fu coinvolto in un presunto scandalo che riguardava Lockheed Corporation, un’impresa aerospaziale statunitense rea di aver pagato tangenti ad alcuni Stati, tra cui l’Italia e alle rispettive alte cariche per vendere i propri aerei militari. Leone fu così costretto a dimettersi non molto prima della fine del mandato, complice un clima reso più delicato dal rapimento di Aldo Moro e dalla conseguente crisi della DC. Solo dopo molti anni gli fu riconosciuta la piena innocenza, con tanto di scuse da parte di avversari politici e processi per diffamazione verso una stampa ostile.
“La stampa è al servizio della verità ma sappiamo come la verità sia spesso inafferrabile, accontentiamoci che ci sia un riscontro oggettivo, la buona fede”, questa la dichiarazione di Giovanni Leone ripresa da Sergio Mattarella. Un attualizzazione delle parole che è parte della strategia comunicativa del Capo dello Stato, che ha parlato anche delle dimissioni del suo predecessore: “Leone ripropose la sollecitazione, già sottolineata dal presidente Segni, di introdurre la non rieleggibilità del presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco”. In questo intervento si è visto un probabile messaggio inviato alle istanze politiche alla vigilia del voto per la scelta del nuovo inquilino del Quirinale, in cui Mattarella escluderebbe una possibilità di essere rieletto, a differenza di quanto successo nel 2013 con Giorgio Napolitano. Se così fosse si perderebbe quello che da alcuni era considerato un serio candidato alla carica massima dello Stato e, probabilmente, sì renderebbe più difficoltosa la scelta da parte dei partiti.
La permanenza di Mattarella avrebbe sicuramente garantito la continuazione del lavoro di Mario Draghi, anch’egli considerato papabile, ma, che invece, la maggioranza, vorrebbe rimanesse a capo del governo per terminare il lungo lavoro di mediazione e riforme.
Mattarella cita Leone, un messaggio sulle prossime elezioni presidenziali?
Reviewed by Alessandro Nardelli
on
novembre 14, 2021
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