Questo è, comunque, un primissimo passo, si parla solo di discussione. Può anche succedere che si passi per il trilogo, cioè l’esame congiunto di Parlamento, Commissione e Consiglio. In caso di una definitiva approvazione, dunque, si pensa di procedere per due vie diverse: la prima prevede un salario minimo legale, quindi più stabile. La seconda opzione, una contrattazione collettiva fra i lavoratori e i loro datori di lavoro; in questo caso il Parlamento europeo preparerebbe la strada obbligando i paesi membri con meno dell’80% dei lavoratori coperti da questi accordi ad adeguarsi alle eventuali normative.
Soddisfazione da parte degli eurodeputati Pierfrancesco Majorino, Partito Democratico, e Daniela Rondinelli, Movimento 5 Stelle. “Si tratta di un passo fondamentale verso la costruzione dell’Europa sociale per la quale stiamo lavorando” ha commentato il primo, mentre Rondinelli crede che il salario minimo sia “il punto di svolta per dar vita finalmente a un’Europa più sociale e più equa”.
L’europarlamentare della Lega, Elena Lizzi, si dimostra non favorevole alla definizione di un salario minimo europeo agli Stati membri, ma disponibile al dialogo con “l’obiettivo di favorire una convergenza verso l’alto delle retribuzioni minime”.
Salario minimo, gli europarlamentari votano ‘sì’ ai negoziati
Reviewed by Alessandro Nardelli
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novembre 27, 2021
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