Tim, dopo l’offerta di Kkr il titolo continua a salire in Borsa, ma c’è il no di Vivendi

di MARIO TAMBORRINO - Come prevedibile, il titolo di Tim sta prendendo quota in Borsa dopo la proposta di offerta pubblica presentata dal fondo Kkr, che, salvo cambiamenti durante questa settimana di analisi, metterà sul tavolo 46 miliardi di euro, 11 di valorizzazione + 35 di indebitamento. Dai 0,35€ di venerdì, infatti, la società ha raggiunto una quotazione di 0,45€ nella giornata di ieri, fino ad arrivare ai 0,47€ di oggi.

I prezzi stanno quindi tendendo a salire e raggiungere i 0,505€ dell’Opa di Kkr, ma ciò non basta, evidentemente, a Vivendi per discutere di un’eventuale cessione; l’offerta viene infatti ritenuta “insufficiente” e non conforme al valore reale dell’azienda. Bisogna comunque specificare che il gruppo francese, azionista al 23,75% di Tim, ha pagato le sue azioni 1,08€ e in caso di un’eventuale cessione ci andrebbe a perdere, almeno momentaneamente.

Le parti si sono comunque riservate alcuni giorni per discutere della situazione: da una parte, come già detto, c’è il fondo Kkr, che continuerà ad analizzare la propria offerta, valida in seguito al raggiungimento di almeno il 51% del capitale, dopo i colloqui informali delle settimane passate con le controparti; dall’altra parte i principali azionisti come Vivendi e Cassa depositi e prestiti, che al tempo aveva pagato 0,67% per azione, senza i cui pareri favorevoli non è possibile ritirare Tim dal mercato.

Alle discussioni sta prendendo parte anche lo stesso Governo, che a quanto si apprende si muove con una certa cautela, consapevole che all’azienda sono legate garanzie di sviluppo tecnologico, funzionamento burocratico e cybersicurezza.

Dubbi sulla cessione si sono registrati da parte di Salvini e Meloni, che, similmente a quanto dichiarato dai sindacati, si sono detti contrari al cosiddetto “spezzatino” che non salverebbe i lavoratori impiegati.