Curiosità su San Nicola


di VITTORIO POLITO – Il culto di San Nicola è certamente uno dei più diffusi al mondo. Se si consultano i più importanti dizionari di agiografia o enciclopedie dei Santi si ha una conferma unanime: alcuni dicono che San Nicola è uno dei Santi più venerati al mondo, altri senza mezzi termini il più venerato al mondo. La sua figura inoltre presenta una grande poliedricità di interessi. L’universalità del suo culto si manifesta nella religiosità, nell’arte, nella letteratura, nel teatro, nelle tradizioni popolari, nella simpatica figura di Santa Claus. Le testimonianze di tale universalità sono numerose e costanti.

Chi scrive ha curato qualche anno fa un saggio su “San Nicola, il dialetto barese e…” con la splendida copertina di Anna Maria Di Terlizzi con un bel “San Nicola a cavallo del gallo Barium” (Levante), nel quale non mancano molte curiosità come la “San Nicola nella storia di Bari” di Nico Veneziani, “La Basilica di San Nicola e la sua palatinità”, “Significato del nome Nicola”, “Il Monastero cipriota dei gatti di San Nicola” di Giorgio Seferis (1900-1971), la commedia di Franz Falanga “Bàre, Sànda Necòle, le marenàre provètte, la chièssjie de Ròme, le rìcche e le poverjìedde” e tante altre.


San Nicola non è un protettore come gli altri: non è solo un genio tutelare religioso, ma il Patrono di Bari ed i modi con cui onorarlo sono tanti, simbolici e pratici. Egli infatti è assertore e difensore del sentimento cittadino e chi trova nel suo culto una semplice forma di superstizione o di fanatismo è un ignorante che non conosce l’anima storica del suo paese.

Il 1° novembre del 1630 fu nominata Santa Teresa protettrice di Bari e l’atto ufficiale fu stipulato nell’ambito dell’Università (il Comune dell’epoca), mentre il giorno dopo, i due sindaci della città, Ferdinando Dottula e Giovanni de Baldis, s’accorsero di aver commesso un grosso errore: l’inversione dell’ordine gerarchico, facendo passare in second’ordine San Nicola, e con affannosa corsa procedettero, pur infrangendo le regole del protocollo, a correggere il tabellione municipale (una sorta di tavoletta sulla quale si scrivevano gli atti pubblici), con una nota a margine dell’atto, nella quale si legge tra l’altro “…il gloriosissimo Santo, quale non solo Padre e Padrone di questa città, ma ancora di tutta la Provincia, che perciò si chiama la Provincia di San Niccolò…” (A. Perotti, “Bari dei nostri nonni”, Adriatica Editrice, 1975).

Questo fatto suscitò gran gelosia tra i baresi appartenenti alle due chiese, anche perché era ben noto che il nome del nostro San Nicola è iscritto in testa al volume delle antiche Consuetudini e che la sua effige decorava anche lo stemma urbano di Bari e l’aula del Seggio (sede del magistrato comunale), e poi è arcinoto in qualsiasi latitudine che il nome della città è legato a quello del suo Santo protettore.

I baresi riconoscevano San Nicola anche nell’aspetto fisico coniando una moneta nella quale fu impressa l’immagine del Santo. Anche nel manuale pittorico del Monte Athos in Grecia, il nostro protettore è effigiato sulla pietra delle laure basiliane (gruppo di celle scavate nella roccia) e sulle bocce della manna. Un giudice barese, Romualdo, utilizzò un sigillo con la più antica immagine barese del Santo.

Il popolo barese quindi riconosce in San Nicola «L’ereditato simbolo della religiosità della stirpe, immutabile essenza se pure variabile apparenza, fiore immortale dell’anima di Bari, che rispunta ogni anno da millenni, in una data prescritta dalle costellazioni, e rinnova nella pienezza di primavera la festa del mare».

Merita, infine, un cenno l’inserimento dell’effige di San Nicola nelle liste elettorali del Comune di Bari del 1946 che dettero i seguenti risultati: lista “S. Nicola” 34287 voti (24 seggi); Lista “Garibaldi” 30916 voti (22 seggi); “Scudo crociato” 6882 voti (nessun seggio) e così via.
Curiosità su San Nicola Curiosità su San Nicola Reviewed by Alessandro Nardelli on dicembre 04, 2021 Rating: 5

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