F1, indiscrezione clamorosa: Jean Todt torna in Ferrari?

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di ANTONIO A. INTREVADO - “C’erano una volta Jean Todt, Ross Brawn e Michel Schumacher…”: questo è l’inizio della favola preferita da tutti i tifosi della Ferrari. Ora i tempi sono cambiati e le vittorie sono molto lontane, ma il dirigente francese potrebbe clamorosamente tornare a vestirsi di rosso. Secondo l’indiscrezione che ha acceso il circus a pochi giorni dalla resa dei conti di Abu Dhabi, sarebbe pronta un’offerta per Todt nel ruolo di “superconsulente” del Cavallino, un po’ come è accaduto per Niki Lauda in Mercedes. Il suo compito sarebbe soprattutto quello di danzare dall’ambito sportivo a quello politico per riacquisire quel peso che la Scuderia ha ultimamente un po’ perso.

Il settantacinquenne ha già lavorato a Maranello dal 1993 al 2009 contribuendo in modo sostanziale alla conquista di quattordici titoli iridati per poi assumere la prestigiosa carica di presidente della FIA. Il suo mandato alla guida della Federazione è in scadenza e il manager potrebbe iniziare una seconda avventura in Ferrari dove ha lasciato un segno indelebile diventando una vera e propria icona. Basti pensare alle indimenticabili immagini che lo hanno ritratto assieme a Michael sui podi di tutto il Mondo: lacrime di gioia con il Kaiser che abbracciava il volto di un felicissimo monsieur Jean.

Ma, nel caso, basterà il suo come back per rivedere una Ferrari vincente? La risposta è chiaramente negativa. In Formula 1, è noto, i trionfi si costruiscono innanzitutto in fabbrica, quindi, il compito più arduo, quello di disegnare una vettura competitiva, resterebbe affidato agli ingegneri. Jean Todt non progetterebbe monoposto, ma porterebbe esperienza a grappoli, un’invidiabile cultura politico-sportiva e soprattutto quell’imprescindibile mentalità vincente che a Maranello si è affievolita negli ultimi anni di magra. Sarebbe sicuramente un colpo da Mondiale.

Il suo ritratto dipinto da Schumi in un’intervista di molti anni fa vale più di mille parole: “Jean è stato senza dubbio fondamentale per la mia avventura alla Ferrari, fin dal primo giorno è stato lui la chiave delle nostre vittorie”.