Libia, a Tripoli, alcune milizie hanno circondato l’ufficio del premier, situazione ancora in evoluzione
di MARIO TAMBORRINO - Nella notte tra mercoledì e giovedì, a Tripoli, in Libia, alcuni uomini armati hanno circondato l’ufficio del premier Abdul Hamid Dbeibah. Si tratta di uomini provenienti dalla milizia della Brigata Al-Samoud, il cui capo, Salah Badi, ha detto che "In Libia non ci saranno elezioni presidenziali”, minacciando di chiudere tutte le istituzioni statali. Badi, oppositore dell’ex presidente libico Mu'ammar Gheddafi, è uno dei nomi che l’Onu ha inserito nella lista delle sanzioni, poiché “Ha costantemente provato a minare una risoluzione politica in Libia attraverso il sostegno alla resistenza armata”.
Il premier Dbeibah sta bene, è in un luogo sicuro assieme al presidente del Consiglio presidenziale Mohammed al-Menfi, il quale ha richiesto l'intervento di una forza militare per proteggere la sua casa, dopo essere venuto a sapere di potenziali attacchi. La situazione viene ancora monitorata, per adesso non è possibile comprendere se si ha a che fare con un Colpo di Stato o con un gesto che serve a comunicare una posizione forte.
A quanto si apprende dai media libici, si ritiene che a dare il via alle azioni odierne, sia stata l’ultima mossa compiuta dal premier libico, ossia l’aver sollevato dal suo incarico il comandante del distretto militare di Tripoli, Abdel Basset Marwan, e di aver nominato al suo posto il maggiore generale, Abdel Qader Mansour. Ma in realtà, le tensioni politico-sociali libiche hanno un’origine più lontana.
Il 24 dicembre sono previste le prime elezioni democratiche in Libia, che sono state fortemente volute e organizzate dall’ONU per garantire la sopravvivenza del nuovo assetto istituzionale emerso dopo la fine dei combattimenti tra milizie rivali, ma dopo gli accadimenti di questa notte verranno sicuramente posticipate.
I candidati sono l’attuale premier Dbeibah, il maresciallo Khalifa Haftar, già a capo dell’esercito e Saif Gheddafi, figlio del dittatore Mu'ammar Gheddafi, contro il quale Salah Debi combattè al fianco dei ribelli dieci anni fa.
Il premier Dbeibah sta bene, è in un luogo sicuro assieme al presidente del Consiglio presidenziale Mohammed al-Menfi, il quale ha richiesto l'intervento di una forza militare per proteggere la sua casa, dopo essere venuto a sapere di potenziali attacchi. La situazione viene ancora monitorata, per adesso non è possibile comprendere se si ha a che fare con un Colpo di Stato o con un gesto che serve a comunicare una posizione forte.
A quanto si apprende dai media libici, si ritiene che a dare il via alle azioni odierne, sia stata l’ultima mossa compiuta dal premier libico, ossia l’aver sollevato dal suo incarico il comandante del distretto militare di Tripoli, Abdel Basset Marwan, e di aver nominato al suo posto il maggiore generale, Abdel Qader Mansour. Ma in realtà, le tensioni politico-sociali libiche hanno un’origine più lontana.
Il 24 dicembre sono previste le prime elezioni democratiche in Libia, che sono state fortemente volute e organizzate dall’ONU per garantire la sopravvivenza del nuovo assetto istituzionale emerso dopo la fine dei combattimenti tra milizie rivali, ma dopo gli accadimenti di questa notte verranno sicuramente posticipate.
I candidati sono l’attuale premier Dbeibah, il maresciallo Khalifa Haftar, già a capo dell’esercito e Saif Gheddafi, figlio del dittatore Mu'ammar Gheddafi, contro il quale Salah Debi combattè al fianco dei ribelli dieci anni fa.
Libia, a Tripoli, alcune milizie hanno circondato l’ufficio del premier, situazione ancora in evoluzione
Reviewed by Alessandro Nardelli
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dicembre 16, 2021
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