di MARIO TAMBORRINO - Nelle scorse ore si era fatta larga l’ipotesi, venuta fuori dal Consiglio dei Ministri, di inserire nella Legge di Bilancio il cosiddetto contributo di solidarietà, ossia un’imposta a carico dei redditi più alti per far fronte al caro bollette.
Sul sito del “Corriere”, si riferisce che la proposta era stata avanzata dallo stesso premier Draghi, probabilmente per cercare di andare incontro alle richieste dei sindacati, che chiedevano una riduzione dei benefici per le fasce di reddito più alte, dopo il blocco dei tagli dell’Irpef; il contributo di solidarietà sarebbe stato quindi a carico delle fasce di reddito superiori a 75mila euro. Una proposta che non ha comunque trovato una compattezza da parte della maggioranza disposta da accoglierla; a muovere le critiche sono stati soprattutto Lega, Forza Italia e Italia Viva. La questione si è quindi risolta con un nulla di fatto e la conferma definitiva dell’annullamento della proposta è arrivato al termine del Cdm, svoltosi appunto ieri.
“Incomprensibile lo stop a Draghi dei ministri renziani” ha commentato il Pd. Il ‘no’ ha lasciato scontenti anche i sindacati, che hanno valutato un possibile sciopero generale.
Si è comunque raggiunto in Cdm un accordo sullo stanziamento in manovra di risorse contro il caro bollette, arrivando alla quota di 800 milioni di euro, di cui 500 dalla riforma di Irpef e Irap per il 2022 e 300 da altri fondi.
Manovra, in Cdm nessun accordo per contributo di solidarietà
Reviewed by Alessandro Nardelli
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dicembre 04, 2021
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