Cosa accadrà sul piano sportivo? La risposta è presto detta: assolutamente nulla. Gli atleti statunitensi parteciperanno regolarmente all’evento dove semplicemente non ci saranno accompagnatori politici o diplomatici. La “diserzione” è, infatti, un atto quasi esclusivamente simbolico anche perché la pandemia probabilmente limiterà le trasferte in terra asiatica a prescindere da qualsiasi indicazione politica.
Sono ormai piuttosto lontani i tempi della Guerra Fredda in cui, negli anni Ottanta, le due superpotenze dell’epoca si affrontarono anche a suon di boicottaggi. Alle Olimpiadi di Mosca 1980, mentre Pietro Mennea illuminava la corsia 8 dello Stadio Lenin con la sua epica rimonta, gli atleti a stelle e strisce rimasero a casa. L’esecutivo Carter optò per il boicottaggio in risposta all’invasione sovietica dell’Afghanistan e ben 65 Nazioni rinunciarono ai Giochi in terra russa. Quattro anni dopo arrivò la risposta del blocco Est: URSS e altri 14 Stati allineati non partirono per l’edizione di Los Angeles.
Nonostante al giorno d’oggi siamo molto distanti da una drastica presa di posizione come quella di quattro decenni fa, non si è fatta attendere la reazione del Dragone: “Adotteremo sicuramente contromisure risolute. Le Olimpiadi invernali non possono essere il palcoscenico per una provocazione politica. Sarebbe una grave macchia per lo spirito della Carta Olimpica e una brutta offesa per un miliardo e mezzo di cinesi”.
Sta di fatto che la Cina, si veda pure il caso Peng, è sempre di più sotto la lente d’ingrandimento degli osservatori mondiali anche in ambito sportivo. Ma non è certo il solo Paese in cui ci possono essere problemi che si intrecciano con lo sport. Daniil Medvedev, fresco vincitore in Davis con la Russia, ha sottolineato come si svolgano competizioni in tantissimi luoghi con problemi politico-sociali.
Olimpiadi di Pechino: USA verso il boicottaggio simbolico
Reviewed by Alessandro Nardelli
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dicembre 07, 2021
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