di MARIO TAMBORRINO - Si può dire, senza paura di drammatizzare, che l’imminente elezione del Presidente della Repubblica, prevista per metà gennaio, stia tenendo in equilibrio le sorti future del Paese. Giorno dopo giorno si assiste a ipotesi, aperture di scenari, dubbi e qualche certezza. Fino ad ora si sono delineate comunque le diverse posizioni stabili, almeno per il momento.
Le ipotesi più evocate sono principalmente due: il mantenimento dello stato attuale, con la rielezione di Mattarella e la permanenza di Draghi a capo del governo o la salita di Draghi al Colle e una staffetta alla guida del governo con una determinata scelta, si fa il nome del Ministro dell’Economia, Franco.
Nel mezzo le probabili mosse dei partiti, ora da una, ora dall’altra parte. Nella giornata di ieri, il Partito Democratico ha mosso la sua pedina: i senatori Luigi Zanda, Gianclaudio Bressa e Dario Parrini hanno depositato un disegno di legge che vieta la rieleggibilità del Capo di Stato e abroga il semestre bianco, cioè il periodo che copre gli ultimi 6 mesi del suo mandato, durante il quale al Presidente è vietato per legge sciogliere le camere. Nello specifico, l’articolo 1 del ddl aggiunge al primo comma dell’articolo 85 della Costituzione, che parla dell’elezione del Presidente della Repubblica, che quest’ultimo “non è rieleggibile”; il secondo articolo del disegno, chiede di abrogare il secondo comma dell’articolo 88, che riguarda, appunto, il semestre bianco. Sostanzialmente la mossa è conforme alle volontà di Sergio Mattarella, che in più occasioni ha dichiarato di non voler essere rieletto e di trovare utile abrogare il semestre. Si tenga anche conto che i tre senatori che hanno firmato il ddl sono considerati vicini al Presidente.
Lo stesso Bressa, però, con una sua dichiarazione ha chiarito quello che sembra essere il vero scopo dietro questa mossa: si punta a fare “ciò che è meglio per gli equilibri costituzionali”, contando sul fatto che il Ddl possa entrare in vigore dopo la fine del 2022. L’iniziativa, dunque, aiuterebbe a garantire l’attuale status quo, con Mattarella ancora Presidente fino al 2023, cioè al termine dell’attuale legislatura. La situazione, così, potrebbe rimanere più o meno uguale a quella odierna, permettendo a una maggioranza compatta di svolgere il proprio lavoro nell’esecutivo e scongiurando quello che viene considerato da molti come il pericolo di nuove elezioni, con l’emergenza pandemica ancora non sotto un totale controllo, una Legge di Bilancio ferma in Senato e la gestione dei 235 miliardi di euro complessivi di aiuto dal Pnrr.
Tre senatori del PD hanno firmato un ddl sulla non rieleggibilità del Capo dello Stato
Reviewed by Alessandro Nardelli
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dicembre 03, 2021
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