(FOTO ANSA)
La mostra è curata da Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, prodotta e organizzata da Associazione MetaMorfosi ed è incentrata su quattro punti: la donna, l’ambiente, la pace e la cultura, che insieme invitano a riflettere sui temi che legano l’umanità, sull’esistenza, sulla società e sulla giustizia.
Tra le opere più celebri ha un posto di riguardo “Hope” (2008), l’immagine che raffigura in modo stilizzato Barack Obama. Si prosegue con “We the People – Defend Dignity” (2017), la quale raffigura una donna con un fiore rosso tra i capelli, simbolo della moda Xicana e Mexicana, ma che vuole essere una risposta al sentimento xenofobo, razzista e anti-immigrati. “Valor & Grace Nurse” (2020), è invece un omaggio agli operatori sanitari che hanno combattuto in prima linea l’epidemia causata dal covid.
A confronto ci sono anche le due immagini della Marianne. La prima, “Liberté, Egalité, Fraternité” (2018), esprime la solidarietà di Obey ai cittadini di Parigi dopo gli attacchi terroristici del 2015. La versione stampata fu donata al presidente Macron. La seconda, “Marianne: l’action vaut plus que les mots” (2021), raffigura Marianne con una lacrima blu che le scende sul volto e rappresenta la lotta dello street artist contro tutte le forme di discriminazione.
Non mancano gli omaggi per lo scrittore William Charles Anderson, per il wrestler Andre The Giant, per il movimento Black Lives Matter (di cui Obey è sostenitore) e per Angela Yvonne Davis. Quest'ultima è stata per lunghi anni in carcere con l’accusa di omicidio e infine assolta con formula piena.
“We The Future”: la mostra di Obey alla Fortezza di Sarzana
Reviewed by Alessandro Nardelli
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dicembre 11, 2021
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